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Progetto Nido

Presentazione

Crescere è un’esperienza emotivamente molto coinvolgente!

Dai 12 ai 30 mesi si assistite ad una evoluzione delle capacità motorie  del bambino: stare in piedi, camminare da solo, sperimentare la corsa ed il piacere di arrampicarsi, salire i gradini tenuto per mano; imparare a togliere le scarpe, a porgere intenzionalmente gli oggetti, a lanciare una pallina nella direzione voluta; utilizzare le prime parole riferite agli oggetti e in seguito la “parola-frase”, mangiare da solo usando soprattutto le mani.

E’ il momento dei giochi con le forme e i colori, da riconoscere sulle figure dei libri, da inserire nei buchi corrispondenti dei contenitori, da manipolare e raggruppare.

In questo periodo, oltre allo sviluppo motorio, va sviluppandosi sempre più anche la dimensione cognitiva ed emotiva.

Intorno ai 18 mesi il bambino sperimenta un desiderio di indipendenza e autoaffermazione, esprime con un “no”-” non voglio” la sua contrarietà alla presenza e proposta dell’adulto. E’ molto importante questa fase per la sua crescita, testimonianza della ricerca di uscire dalla dipendenza con i genitori e di affermazione della propria autonomia.

A fianco di questa opposizione di tipo verbale, il bambino manifesta forme di opposizione non verbale, agisce, prevalentemente, attraverso il corpo e il movimento. che a volte mette alla prova i genitori e gli educatori in un confronto continuo o in veri e propri scontri aperti.

A livello emotivo può accadere di assistere ad una diminuzione della capacità di sopportare le frustrazioni, manifesta comportamenti aggressivi, regredisce e attiva comportamenti quali graffiare, mordere, tirare i capelli con l’interlocutore che si pone come disponibile ad una relazione con lui.

Paradossalmente se la prende con persone che più ama o delle quali si sente amato.

E’ sempre in questo periodo che matura “l’aggressività vicaria”, cioè dirige la propria condotta aggressiva su un soggetto più debole, qualora l’espressione della sua aggressività non venga capita e accettata.

Se l’adulto risponde all’aggressività del bambino in modo altrettanto violento, reprimendo o permettendo troppo o, nella situazione peggiore, agendo con altrettanta aggressività fisica o psicologica insegna al bambino a rivolgere la sua azione verso un soggetto più debole come l’adulto ha fatto con lui.

Il percorso psicomotorio facilita questo delicato passaggio mirando allo sviluppo e al consolidamento della percezione positiva di se’ nel bambino, come soggetto competente, partendo dal piacere del gioco e dal principale canale usato dai bambini per comunicare: il corpo.

Il corpo rappresenta il canale privilegiato per sperimentare sensazioni e percezioni, fare scoperte, conoscenze e apprendimenti.

Attraverso il gioco, invece, il bambino sperimenta per la gratuità dell’esperienza fine a se stessa, fatta esclusivamente per il proprio piacere ed interesse e la possibilità̀ di intervenire attivamente sugli elementi che lo circondano, trasformarli e modificarli.

Il bambino può̀ dunque mettere in scena (in gioco) le difficoltà, le paure, le insicurezze, la rabbia, l’aggressività̀; può condividere momenti di piacere, di collaborazione e di condivisione con i compagni, che altrimenti troverebbero difficilmente un canale di espressione.

Il percorso prevede momenti di gioco sempre accompagnati da una riflessione di gruppo su ciò che accade e che si scopre insieme; la discussione diventa una vera strategia di apprendimento, attraverso la quale creare ampi spazi di espressione verbale delle proprie emozioni, pensieri e scoperte.

Finalità

  • fornire ai bambini uno spazio di espressione, comunicazione, gioco, benessere relazionale;
  • sostenere una visione positiva del bambino, come soggetto competente, creativo;
  • fornire uno spazio che sostenga lo sviluppo dell’identità̀ di ogni bambino;
  • tra difficoltà e potenzialità, tra dipendenza e autonomia, tra emozione e razionalità.

Obiettivi

  • permettere la sperimentazione del corpo quale luogo di esperienza e conoscenza di se stesso e della realtà, di espressione e comunicazione con l’altro;
  • permettere, attraverso il gioco di affermarsi come individuo;
  • favorire le capacità comunicative ed espressive;
  • favorire l’acquisizione della regola quale limite che permette la strutturazione della persona e la convivenza sociale;
  • permettere al bambino di riconoscere le proprie potenzialità.

Metodologia

Num. incontri:  10

Durata: 1 h

2 incontri con le educatrici

Num.bambini: 10 per incontro

Setting

Lo spazio sarà costruito in modo tale che ogni bambino si senta accolto e libero di muoversi e di esplorare.

Materiali

I materiali proposti durante il percorso sono materiali semplici, non strutturati, che stimolano il gioco del bambino, con consistenze e forme diverse.

Evoluzione della seduta di psicomotricità

L’ACCOGLIENZA IN CERCHIO

  • Il saluto, il ritrovarsi; si ricordano i nomi dei bambini, dei presenti e degli assenti, si ricordano le regole;
  • Non farsi male e non far male agli altri;
  • Ascoltare gli altri e se stessi;
  • Allo stop dello psicomotricista il gioco si interrompe e si torna nel cerchio;
  • Si rinnova il patto ascoltare/ascoltarsi: i bambini esprimono i desideri di gioco, si ricordano le cose importanti, si presentano i materiali a disposizione;
  • Il cerchio è il luogo dell’attesa, per prepararsi all’emozione del gioco.

IL GIOCO SENSOMOTORIO

Percepire il proprio corpo e mobilizzare le emozioni: saltare, scivolare, cadere, lottare, rotolarsi, fare capriole, resistenze, rassicurazioni, massaggi.

Spazi morbidi (materassi, cubi di gommapiuma, cuscinoni) che favoriscono la rassicurazione e il contenimento, che trasmettono il piacere del contatto, che aiutano a riconoscere la propria superficie, il proprio confine; spazi all’interno dei quali nascondersi per ritrovare se stessi o in cui creare con altri il proprio rifugio. Spazi sui quali arrampicarsi, per sperimentare la propria forza, compattezza e agilità, spazi dai quali saltare per riscoprirsi indistruttibili e ogni giorno più sicuri (scale, spalliere, assi rialzate, scivoli).

IL GIOCO SIMBOLICO

La costruzione degli spazi personali o di piccolo gruppo; travestimenti individuali o in gruppo; rispecchiamenti e differenziazioni.

Presentazione del proprio ruolo e/o del proprio spazio; breve narrazione di quanto sta accadendo nel/nei gruppo/i di gioco.

Interazione tra i diversi gruppi o tra lo psicomotricista e il gruppo e costruzione degli spazi comuni (ad es. costruzione di una casa). Affrontare le paure e l’opposizione: gioco del lupo, della strega, dei fantasmi, del poliziotto e dei ladri ecc.

CERCHIO FINALE

Il momento del cerchio finale permette al bambino di ricordare l’esperienza con calma, di lasciare emergere immagini ed emozioni che durante la seduta sono state vissute in modo totalizzante e intenso.

I bambini e/o lo psicomotricista raccontano quello che è stato vissuto nel corso della seduta; c’è un riconoscimento individuale attraverso piccoli “rimandi”; si ricompone un “quadro di gruppo”, la storia vissuta insieme.

E’ il momento per salutare le persone, lo spazio e gli oggetti per fare posto al nuovo.

Ruolo dello psicomotricista

  • pensa e prepara il setting in funzione degli obiettivi definiti per il gruppo e in corso, sapendo che ogni modifica o novità̀ permette e attiva nuove sperimentazioni;
  • accoglie, riconosce e legittima il desiderio di ogni bambino, favorendone l’espressione;
  • ricorda quello che dicono i bambini, ripete le loro parole, li accompagna e li sostiene nei nuovi giochi, nelle nuove esperienze di sperimentazione di sé;
  • crea occasioni per esprimere l’aggressività̀, quando ne rileva l’importanza; sa direzionarla;
  • sa rimandare ai bambini la percezione della propria forza, senza colpevolizzarli in alcun modo, nei momenti di difficoltà;
  • presta attenzione ai giochi di ogni bambino per comprenderne e leggerne il significato;
  • dà uno spazio di gioco ad ognuno, uno spazio di espressione e di creazione;
  • ha uno sguardo periferico, dal gruppo al singolo e viceversa, in modo da fornire l’integrazione dei diversi apporti;
  • fa evolvere il gioco, l’azione del gruppo, attraverso nuovi stimoli e nuovi materiali;
  • crea un contenitore sicuro per ogni gioco, uno spazio, un tempo, dei confini, delle regole;
  • riconosce il gruppo e il singolo, dando loro rimandi quando vanno sostenuti in passaggi delicati e importanti;
  • rimanda al bambino la dimensione del gruppo, le regole;
  • gestisce il tempo e accompagna i bambini verso la fine dei loro giochi.

Ruolo e possibilità dell’educatore

  • Sostegno emotivo ai bambini
  • Possibilità di mettersi in gioco con e per i bambini
  • Possibilità di assumere una prospettiva diversa sul singolo e sul gruppo.

Responsabile del progetto

Dott.ssa Albano Silvia

Psicomotricista

Recapito telefonico: 3342759499

E-mail: info@ilsaltonelcerchio.it